N° 112

FORGIATI IN ACCIAIO

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

Due uomini in armatura si fronteggiano in silenzio poi quello rivestito di rosso e oro parla e la sua voce elettronicamente alterata risuona nell’aria:

<<Non avrei voluto che finisse così, Gregory..>>

<<Ma sai bene che non c’è altra scelta, Tony:>> replica quello dall’armatura nera e oro <<Il destino ha scelto per noi tanto tempo fa.>>

            E le sue mani guantate cominciano a brillare.

 

            Nell’ufficio del suo comandante il Detective di Secondo Grado Kevin “Kasper” Cole cerca di non apparire a disagio.

-Si può sapere cosa avevi in testa, Cole? Segatura?- sbraita il Tenente Alex Kurtz -Come accidenti ti è venuto in mente di introdurti di nascosto in casa di Nigel Blaque?-[1]

-Speravo di poter trovare qualche prova dei suoi traffici.- replica Cole.

-Che sarebbe stata del tutto inutile perché ottenuta illegalmente visto che tu non avevi uno straccio di mandato. E per aggiungere al danno la beffa, Blaque ha chiamato la Polizia per farti portare via. Sei fortunato che non ti abbia denunciato per violazione di domicilio.-

            Cole tace ma si vede benissimo che mastica amaro mentre Kurtz prosegue:

-E adesso consegnami pistola e distintivo.-

-Cosa?-

-Sei sospeso per una settimana. Forse questo ti aiuterà a schiarirti le idee anche se ne dubito.-

Tenente… non può farlo.-

-L’ho appena fatto. Certo, puoi ricorrere contro la mia decisione ma prova ad immaginare cosa dirà il Vice Commissario agli Affari Interni?-

            Stringendo le labbra Kasper Cole getta pistola e distintivo sulla scrivania del Tenente e si gira per andarsene quando Kurtz parla di nuovo:

-Cole… so quali siano i tuoi rapporti con Blaque. Cerca di non fare altre sciocchezza.-

            Cole non risponde ed esce dall’ufficio sbattendo la porta. Una ben magra soddisfazione, pensa sentendosi addosso gli sguardi dei suoi colleghi.

            Esce dal comando senza parlare con nessuno e si dirige verso la sua auto. Prima che possa salirci una voce echeggia alle sue spalle:

-Detective Cole?-

            Lui si volta istintivamente ed in quel momento un pugno lo raggiunge alla mascella.

 

            Nell’ufficio del Vice Presidente della Stark-Fujikawa, Amanda Armstrong continua il suo racconto di eventi accaduti parecchi decenni prima in Francia;

-L’uomo uscito dalla casa sfoggiava sull’occhio sinistro una benda da pirata e se proprio non era un pirata, di certo era una qualche specie di avventuriero, pensai

-E lei chi è?- gli chiese Howard Stark.

-Il mio nome è Fury, Nick Fury, colonnello in congedo dell’Esercito degli Stati Uniti ed attualmente agente della C.I.A.-

            Bethany Cabe non riesiste a fare una semplice domanda:

-Nick Fury? Era già in giro a quei tempi? Ma quanti anni ha?-

-Mi sorprendi Beth.- replica con un sorrisetto Philip Stark -Credevo che un’investigatrice in gamba come te conoscesse il più importante segreto di Nick Fury, anche se ormai non è più tanto segreto.-

-E tu lo sapevi invece?-

-Io conosco molti segreti compresa l’esistenza della Formula dell’Eternità, una specie di elisir di lunga vita che… ma abbiamo interrotto la nostra ospite. La prego Miss Armstrong, riprenda il suo interessante racconto.-

Amanda Armstrong si schiarisce la voce e riprende a parlare:

 

 

2.

 

 

            Dopo un attimo di smarrimento Howard Stark parla:

-Nick Fury? Mio padre mi ha parlato di lei. Gli ha salvato la vita una volta. Ma no… non è possibile che sia lo stesso: dovrebbe essere molto più vecchio.-

-Mi mantengo in forma ragazzo.- replicò l’uomo con la benda sull’occhio sinistro -Ma ora seguitemi dentro. Parleremo meglio e con più calma.-

         Una volta dentro fu Amanda Armstrong alias Mandy Strong a parlare per prima:

-Chi era quella gente? Perché volevano rapirmi? Cosa c’entra mio padre?-

-Una domanda alla volta.- rispose Fury -Per rispondere alla prima: erano sgherri di un’organizzazione criminale segreta ramificata in tutto il mondo di cui sappiamo poco o niente a parte che è molto pericolosa. Perché volevano rapirla, Miss Armstrong? Per usarla come mezzo di pressione per convincere suo padre, che è presumibilmente caduto nelle loro mani, a rivelare i suoi segreti e questo risponde anche alla sua terza domanda.-

-Mio padre? Ma è un semplice funzionario diplomatico. Che segreti può avere?-

         Fury fece una pausa ad effetto poi rispose:

-Suo padre non è un semplice diplomatico… è uno dei nostri agenti.-

         Amanda rimase senza parole.

 

         Berna, Svizzera, sede principale delle Avanzate Idee Meccaniche, una delle più importanti multinazionali nel campo dell’elettronica dove si stava svolgendo un meeting decisamente non ortodosso.

-I nostri agenti hanno fallito nel rapire la figlia di Armstrong.- disse uno dei presenti..

-E come è stato possibile?- chiese un altro seduto dietro una robusta scrivania di quercia.

-C’è stata un interferenza da parte di due civili.-

         Su uno schermo apparvero due foto e l’uomo alla scrivania disse:

-Howard Anthony Stark Jr ed il suo maggiordomo Jarvis. Sapevo già che erano in Europa. Volete dirmi che un ragazzo di vent’anni e poco più ed un compassato maggiordomo inglese hanno avuto la meglio su due nostri esperti agenti?-

-In realtà hanno avuto un aiuto da questa donna.- replicò uno dei due uomini dall’altra parte della scrivania.

         Sullo schermo apparve il volto di una giovane donna di colore

-Nia Jones.- commentò -L’uomo alla scrivania -Figlia di Gabriel Jones ed agente della CIA. Se lei è qui allora anche il maledetto Nick Fury deve essere della partita. Avrei dovuto aspettarmelo. Ora più che mai è vitale che le informazioni che ha carpito Adam Armstrong non cadano in mano sua-.

-Forse le ha già trasmesse.-

-No. Conosco molto bene Fury: se già sapesse che l’A.I.M. non è altro che la facciata pubblica dell’Hydra… se sapesse della stessa esistenza dell’Hydra… sarebbe già piombato qui con tutta la sua squadra. No: siamo ancora in vantaggio e dobbiamo approfittarne. Scovate Fury, prendete la ragazza viva se possibile e gli altri uccideteli.-

         Nessuno fece obiezioni. Gli ordini del Barone Strucker non si discutevano mai.

 

         Ling McPherson interrompe il racconto di Amanda:

-Un Momento! Come faceva lei a sapere queste cose visto che non era certo presente a questo incontro?-

            Amanda abbozzò un sorriso e rispose:

-Me lo raccontò Nick Fury una delle ultime volte che l’ho incontrato. Credo che lui l’abbia saputo grazie agli archivi dell’A.I.M. di cui lo S.H.I.E.L.D, era venuto in possesso anni fa. Io posso… ehm… avere abbellito un po’ il suo resoconto.-

-Mi vuol dire che è rimasta in contatto con Nick Fury in questi anni?- chiede Bethany Cabe.

-Beh sì. È una storia complicata. Diciamo che dopo che sono diventata maggiorenne ho lavorato per lui per un po’.-

            Philip Stark ridacchia e commenta.

-Decisamente lei è piena di sorprese Miss Armstrong. Il suo racconto si fa sempre più interessante non vedo l’ora di sapere come va avanti.-

-La ringrazio, Mr. Stark.-

-Mi chiami Philip, lo preferisco. In fondo è quasi come se fosse mia nonna.-

-A quanto pare il tuo tatto non è migliorato, Corvo.- interviene Beth.

-Corvo?- chiede, perplessa Amanda.

-Storia lunga, gliene parlerò un’altra volta.- ribatte Philip -Ora la prego, continui.-

            Amanda riprende a parlare.

 

 

3.

 

 

 

            Amanda Armstrong appariva decisamente scioccata.

-Mio padre è un agente della CIA?- esclamò chiaramente sorpresa.

-Da molti anni anche.- rispose Nick Fury -Il suo status di diplomatico gli permetteva di viaggiare senza preoccuparsi della Dogana e se lo avessero scoperto sarebbe stato semplicemente espulso. Ultimamente era sulle tracce di un gruppo eversivo di cui fino a poco tempo fa non sospettavamo nemmeno l’esistenza. Doveva incontrarsi due giorni fa con un informatore ma lui è scomparso e l’informatore è stato trovato morto nella Senna. A questo punto ho preso il primo aereo per la Francia ed eccomi qui.-

-Che ne sarà stato di mio padre?-

-Come le ho detto, penso che sia ancora vivo.-

         Non aggiunse che probabilmente non doveva essere in buona salute. Chiunque lo avesse preso prigioniero doveva averlo torturato per strappargli i suoi segreti. Armstrong doveva aver resistito o non avrebbero cercato di rapire sua figlia. Per fortuna lui e Nia avevano anticipato le mosse dei loro ancora misteriosi nemici anche se avevano rischiato di arrivare troppo tardi.-

-Che intenzioni avete adesso?- chiese Howard Stark.

-Per il momento tenervi tutti qui al sicuro.- rispose Fury -Quanto a me e Nia… l’Agente Jones… cercheremo di stanare i nostri nemici in qualche modo.-

-Io avrei un’idea.- disse Howard.

-Beh… me ne parli, giovane genio.-

         E fu esattamente quello che Howard fece.

 

         La scarica di repulsori non prende Iron Man di sorpresa. Un campo di forza la intercetta ma anche così il contraccolpo è sufficiente a far cadere Tony Stark a terra.

<<E questo è solo l’inizio.>> proclama il suo avversario mentre un cannoncino esce dal suo braccio destro, una piccola bocca da fuoco come quelle di War Machine e Tony non dubita che sia anche più letale.

            Dalla sua piastra pettorale esce un uniraggio alla massima intensità ma quando colpisce Iron Monger questi si limita a barcollare appena per un istante.

<<Tutto qui quello che sai fare Tony?>> replica <<Speravo in qualcosa di meglio. In una sfida più interessante.>>

            Mentre si rialza Iron Man ribatte:

<<Per citare John Paul Jones,[2] non ho ancora cominciato a combattere.>>

            Senza aggiungere altro spara un doppio colpo di repulsori.

 

            Howard Stark stava lavorando di buona lena. Era capitato per caso in questa faccenda di spie e solo perché per una volta aveva voluto recitare la parte del cavaliere che salva una bella fanciulla in difficoltà ma adesso doveva ammettere con se stesso che si stava appassionando. Una sfida è pur sempre una sfida.

-Posso sapere che stai combinando, ragazzo?- gli chiese Nick Fury.

-Sa cos’è il GPS, Colonnello?- ribatté Howard.

-Sono vecchio ma non antiquato. È un sistema satellitare per determinare la posizione esatta di qualcosa o qualcuno.-

-Esatto. Non credo che la sorprenderà sapere che le Stark Industries hanno collaborato al progetto e che mio padre è stato uno dei progettisti.-

-Non solo non mi sorprende ma lo sapevo già da tempo. Il tuo vecchio non si limita a stare dietro una scrivania e dare ordini. Un atteggiamento che approvo. Ma tutto questo discorso dove ci porta?-

-A questo.- rispose Howard mostrando il congegno su cui stava lavorando -Un telefono portatile. Sono riuscito a scoprire a quale satellite era agganciato e con un po’ di abilità e di fortuna credo di poter accedere alla sua memoria e ricostruire i suoi movimenti a ritroso.-

-E scoprire il covo di quei due assassini. Non male anche se è probabile che ormai se ne siano già andati di lì. In ogni caso, bel lavoro, ragazzo.-

-Non mi piace che mi chiami ragazzo. Può chiamarmi Howard o anche Mr. Stark.-

         Fury fece una grassa risata e ribatté:

-Credo che ti chiamerò come mi pare, ragazzo.-

-Una cosa, Colonnello… lei era Sergente quando conobbe mio padre. È stato più di trent’anni fa ma lei non sembra invecchiato di un giorno, come è possibile?-

         Fury tacque per qualche secondo poi disse:

-In fondo non è un gran segreto. Durante la Seconda Guerra Mondiale fui catturato dai nazisti ed uno dei loro scienziati mi usò come cavia per un siero sperimentale che rallentava l’invecchiamento e che lui chiamava Formula dell’Eternità. Beh, ha funzionato come vedi.-

-Un siero del genere varrebbe una fortuna se si riuscisse a replicarlo analizzando il suo sangue. Io non sono un chimico ma c’è un tizio in California, un certo Richards, che pare che sia un genio in questo ed altri campi. Forse lui…-

-Ho già avuto a che fare con Nathaniel Richards e la sua famiglia e non sono mai state esperienze piacevoli. Tu continua con il tuo lavoro e lascia perdere i miei affari.-

         Detto questo, Fury si allontanò e Howard disse:

-Puoi uscire adesso Mandy.-

         Amanda uscì dall’ombra e chiese:

-Da quanto sapevi che ero qui?-

-Da abbastanza tempo. Nonostante il puzzo del sigaro di Fury il tuo profumo è inconfondibile.-

-Se è così, allora anche Fury si sarà accorto che vi stavo ascoltando.-

-Ci puoi scommettere ma è evidente che non gli importava.-

-Pensi davvero di riuscire a trovare il luogo dove tengono prigioniero mio padre?-

-Di sicuro ci proverò e se tutto va come dico io, ci riuscirò.-

         Amanda posò la sua mano destra su quella di Howard e lui la strinse sorridendo. Nessuno dei due si accorse che qualcuno li stava osservando.

 

 

4.

 

 

            Un altro colpo a vuoto. Iron Man sta cominciando seriamente a pensare che non sarà tanto facile aver ragione del suo avversario. Gregory sembra aver ereditato il genio tecnologico degli Stark e le migliorie che ha fatto all’armatura Iron Monger l’hanno effettivamente resa molto più efficiente. Non sarebbe stata una replica dello scontro con Obadiah Stane di anni prima.

-Sai perché ti ho permesso di farlo, Tony?-

            La voce dj Gregory echeggia direttamente nel suo comunicatore. Nessun altro la può udire.

-Permesso cosa?- replica Tony.

-Liberarti, riarmarti e potermi così sfidare, che altro?-

-Immagino che ora me lo dirai.-

-Volevo che tu capissi che qualunque cosa tu sappia fare io posso farla molto meglio. La tua armatura non reggerà il confronto con la mia e tu sarai umiliato come meriti.-

-Sai una cosa, Gregory? Ho sentito questo discorso un sacco di volte e sai come è andata a finire?-

            Un colpo sincronizzato di repulsori ed uniraggio colpisce in pieno Iron Monger scagliandolo lontano mentre Tony Stark termina la sua frase:

-Ho sempre vinto io!-

 

            Amanda Armstrong era preoccupata. Lei e suo padre avevano spesso avuto dei conflitti come accade spesso tra genitori e figli ma l’idea di saperlo prigioniero di una cellula terrorista e che probabilmente era stato torturato la faceva star male.

         Faticava anche ad abituarsi al fatto che suo padre fosse un agente segreto. Decisamente non sembrava come quelli dei film.

         Cosa sarebbe successo adesso? Quell’uomo, Fury, sarebbe davvero riuscito a rintracciare suo padre grazie a quel congegno inventato da Howard Stark? Curioso che pensasse a lui visto che era proprio il tipo di persona da cui aveva voluto allontanarsi quando si era unita alla band di Kurt. A proposito, dove era finito Kurt? Non l’aveva visto tutto il giorno.

         Uscì dalla sua stanza e si avviò verso quella di Kurt. Non ci arrivò mai. La sua attenzione fu attratta da qualcosa in fondo al corridoio, qualcosa che sembrava…

         Con il cuore in gola corse e ciò che vide le confermò i suoi peggiori timori: Kurt giaceva a terra scomposto, il collo in una posizione innaturale.

         Amanda fece per gridare ma una mano si serrò sulla sua bocca.

 

         Chet Harrigan è decisamente eccitato, come ogni volta che entra in azione come Steel Warrior del resto. Non ha paura. Si è battuto con dei supercriminali in passato e ha vinto. La cosa lo rende orgoglioso. Non è solo l’autista del capo ormai. Ha coronato un sogno che aveva da anni.

            Rinchiuso nella sua scintillante armatura prende finalmente il volo A quanto pare, ci sono guai alla vicina Stark Resilient e se ci sarà qualche pericolo per la Stark Fujikawa toccherà a lui pensarci.

            Con la mente rivolta altrove Chet non ode qualcun altro avvicinarsi volando alle sue spalle e quando se ne accorge è ormai troppo tardi: un raggio di energia lo colpisce con violenza facendolo precipitare al suolo.

 

 

5.

 

 

            La voce di Howard Stark sussurrò all’orecchio di Amanda Armstrong:

-Calma e non gridare.-

         Con cautela sollevò la mano dalla bocca di Amanda che sempre sussurrando disse:

-Kurt… lo hanno…-

-Ucciso, sì, lo vedo ma se strilli metterai in allarme il suo assassino facendogli capire che è stato scoperto.-

-Ma cosa è successo?-

-In qualche modo i nostri nemici hanno scoperto dove ci eravamo nascosti, alla faccia della casa sicura. Forse tra la gente di Fury c’è quella che chiamano una talpa, un traditore.-

-E adesso che facciamo?-

-Ci mettiamo al sicuro. Sono certo che Fury sa già in che guai siamo e sta già dandosi da fare per risolvere la situazione.-

         Howard ci credeva sul serio o cercava solo di tranquillizzarla? Amanda non ne era sicura ma non poteva che seguirlo.

 

         Due scintillanti figure in armatura volano nei cieli di Queens. Una vista abituale per gli abitanti della zona che assistono spesso al passaggio del supereroe di nome Iron Man ma questa volta si tratta di due donne, cosa non molto facile da capire specie da grande distanza.

La più anziana delle due, sia pure di pochi anni, è di origine indocinese, si chiama Toni Ho ed è insegnante al famoso Massachusetts Institute of Technology; la sua compagna è un’afroamericana di 15 anni di nome Riri Williams e nonostante la sua giovane età è laureanda nella stessa università.

Con indosso le armature da loro stesse progettate e costruite si fanno chiamare rispettivamente Rescue e Ironheart, i soli nomi con cui le conoscono gli avversari che si stanno avvicinando in volo.

<<Come è che si chiamano questi tipi?>> chiede Ironheart.

<<Raiders.>> risponde Rescue <<E pare che siano molto pericolosi. Così dice Stark.>>

<<Ma lui li ha battuti, giusto? Allora possiamo farlo anche noi.>>

            Toni Ho sorride sotto il suo elmetto e replica:

<<Mi piace il tuo spirito, Riri.>>

<<Ironheart. Niente nomi veri quando siamo in armatura, ricordi… Rescue?>>

<<Giusto e quindi non aspettiamo, attacchiamo!>>

            Senza dire altro la giovane donna si lancia verso le figure in avvicinamento.

 

            Altrove un uomo di evidenti origini orientali osserva su un multischermo ogni fase di ciò che sta accadendo.

            Nessuno più di lui sa quanto sia in gamba Tony Stark e quanto sia determinato a vincere. Sarà interessante vedere se però riuscirà a prevalere su qualcuno che altro non è che il suo riflesso negativo.

Sì, sarà decisamente interessante vedere come andrà a finire e sarà divertente vedere la reazione del vincitore quando si renderà conto di non essere altro che una pedina del suo grande piano.

            L’uomo di nome Zhang Tong sorride mentre i dieci anelli alle sue dita brillano sinistramente.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Cosa dire su questo episodio?

1)     Il Tenente Alex Kurtz è stato creato da Ed Brubaker & Michael Lark su Daredevil Vol 2° #101 datato novembre 2007.

2)     Anche se pochi se lo ricordano, l’A.I.M. in passato era una società legittima e nessuno immaginava che fosse la branca scientifica dell’Hydra finché non lo scoprì Nick Fury molti anni dopo.

3)     Ci sarebbe da dire qualcosa anche sul misterioso Gregory ma lo lasceremo per il prossimo episodio.

A proposito del prossimo episodio, forse riusciremo a finire questa storia… o forse no, non vi resta che leggerlo per scoprirlo.

 

 

Carlo

           



[1]Nell’ultimo episodio ovviamente.

[2] Corsaro e poi Capitano della Marina Continentale Americana durante la Guerra d’Indipendenza dalla Gran Bretagna